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Yannick Bright si racconta

Per Yannick Bright il 2021 è stato un anno di quelli difficili da scordare. Il centrocampista classe 2001, selezionato dopo lo YesWeCollege International Showcase del 2019, ha completato la sua seconda stagione a New Hampshire portandosi a casa la nomina nella formazione degli All-American della NCAA Division I, la Top 11 stagionale che premia i migliori calciatori dell’anno del massimo campionato universitario americano.

Un traguardo incredibile per Yannick, coronamento di una annata fantastica per lui e per i suoi Wildcats, vincitori della regular season della America East Conference e approdati al tabellone principale del campionato nazionale, dove con la testa di serie numero 16 ha battuto North Carolina per poi arrendersi soltanto contro Oregon State, numero uno del ranking.

Ora, però, c’è un nuovo anno da preparare. Con un’estate che lo vedrà impegnato nella quarta serie statunitense, per continuare a coltivare il sogno di una carriera da calciatore professionista. Yannick ci ha raccontato le sue sensazioni a pochi giorni dalla partenza per il ritorno negli Usa.

 

Dopo un 2021 da ricordare, è già tempo di pensare al nuovo anno.

“Ho approfittato di queste vacanze per passare un po’ di tempo in famiglia e con gli amici qua in Italia, per staccare la spina e prepararmi a un’altra annata che sarà intensa e importante. In estate infatti resterò in America per giocare in Usl League 2, e fortunatamente ho avuto un bel po’ di giorni per ricaricare le pile prima di tornare a New Hampshire. Covid permettendo ripartirò il 20 gennaio, e il 25 inizierò le lezioni del secondo semestre”.

Vieni da un’annata pazzesca, condita dall’inserimento negli All-American della Ncaa Division I.

“Io te lo avevo detto in tempi non sospetti! Quando ho saputo della nomination mi è subito venuta in mente la nostra intervista di Piancavallo (allo YesWeCamp del luglio 2021, ndr.), sono andato a ricercarla e ho mandato a Nicolò il frame della nostra premonizione, che si è avverata qualche mese dopo”.

Quali sono stati i segreti di questo traguardo storico?

“Sono sincero, ho sicuramente giocato con più continuità rispetto al primo anno e sono certamente cresciuto sotto tanti punti di vista, ma in realtà non penso di aver giocato in maniera troppo diversa rispetto alla stagione da rookie. Chiaramente i risultati di squadra hanno aiutato, perché per la scuola è stata davvero un’annata da record”.

Ora l’asticella si alza: si punta al bis per il prossimo anno?

“Eravamo una formazione molto esperta, ero il titolare più giovane, quindi lo staff dovrà fare un gran lavoro per sostituire i tanti ragazzi che hanno terminato il loro percorso calcistico collegiale. Sarà il mio terzo anno, e dovrò dare il mio contributo anche per aiutare i nuovi a inserirsi più rapidamente possibile nei meccanismi della squadra. Voglio mantenere il mio rendimento sugli standard del 2021, e il focus principale rimane sempre e solo il bene del gruppo: preferisco vincere il campionato nazionale piuttosto che ricevere altri premi individuali, che comunque sono la naturale conseguenza del rendimento della squadra”.

I tanti awards di quest’anno ti hanno reso una celebrità a New Hampshire?

“In realtà noi atleti della squadra di calcio eravamo già parecchio in vista all’interno del campus, perché il nostro è il team di punta dell’ateneo e anche i professori si interessano costantemente ai risultati e all’andamento della stagione. Ovviamente i riconoscimenti individuali mi hanno aiutato a diventare ancora più popolare, e non nascondo che questo mi fa piacere perché è uno degli aspetti stimolanti che ruotano attorno alla carriera di un atleta. Ho ricevuto i complimenti dei dirigenti della scuola e da alcuni professori che nemmeno conoscevo, ma sono abituato a rimanere umile e coi piedi per terra. Il mio atteggiamento sicuramente non cambierà adesso che sono un All-American”.

Will Smith, Travis Scott e Paul Pogba: i tuoi idoli, chi scegli per una cena?

“Sono tutti e tre molto estroversi e istrionici, ma sicuramente se dovessi scegliere punterei su Will Smith. Un personaggio a tutto tondo, una fonte di ispirazione davvero molto potente per me”.

Il numero 6, però, è un omaggio a Pogba.

“Esatto, anche se è stata praticamente una scelta quasi obbligata: gioco nella posizione del numero 6, e in più la maglia è una taglia L che quindi si addiceva perfettamente al mio fisico. Quindi insieme al coach non abbiamo nemmeno dovuto pensarci troppo: il 6 è stato mio fin dall’arrivo a New Hampshire”.

Tu All-American Ncaa, Probo MVP della Njcaa: un bello stimolo tra studenti-atleti di YWC.

“Giorgio è un giocatore fortissimo, ha fatto due annate strepitose e penso che uno come lui potrebbe giocare in qualunque squadra della Ncaa Division I, perché è davvero un prospetto top. Gli auguro il meglio, e speriamo di continuare a stimolarci a vicenda per migliorare anche nella prossima stagione”.

D’altronde quella dei Bright è una tradizione di famiglia.

“Vero, siamo tutti atleti perché mia sorella Lisa ha giocato per molti anni a pallavolo, mentre mio fratello Kevin (classe 2003, ndr.) gioca nella Primavera del Milan”.

Gli consiglieresti l’esperienza in America?

“Penso che Kevin sia un ragazzo sveglio, intelligente e con le idee chiare, oltre ad essere bravo a giocare a pallone. Gli consiglierei sicuramente di crearsi la propria strada e di decidere con la propria testa, che penso sia la miglior cosa da fare. Si può sbagliare, certo, ma è sempre meglio farlo seguendo il proprio percorso e le proprie aspirazioni”.

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